Make it your business
Il post terminologico della nostra rubrica Mark my word è dedicato questa settimana a un termine davvero grattacapo, ovvero business. Cerchiamo di semplificare la scelta che i traduttori sono chiamati a compiere di fronte all’interminabile lista di traducenti di questo termine: “affare”, “affari”, “attività”, “azienda”, “impresa”, “ramo d’azienda”, “settore”. Aggiungiamo anche tre traducenti in genere non proposti dalle fonti, ovvero “oggetto” sociale (objects), ordine del giorno (business of a meeting) o “argomento all’ordine del giorno” (business on the agenda o business item on the agenda).
E’ anzitutto necessario distinguere il singolo “affare”, inteso come operazione commerciale (deal), dall’insieme degli “affari” di una società, termine, quest’ultimo, generalmente non utilizzato in ambito giuridico se non in alcuni sostantivi composti come business volume (“volume d’affari”). Il termine “attività” è invece riferito alle operazioni commerciali (transactions) svolte dall’impresa. Per questo motivo, il termine business può a volte tradursi “attività aziendale”, “attività d’impresa” o “attività economica”, quest’ultima (come da codice civile) finalizzata alla produzione e allo scambio di beni e servizi da parte dell’impresa.
Fondamentale è anche la distinzione tra “azienda” e “impresa” (entrambi sempre business). Il codice civile definisce l’azienda come il “complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa”. Quest’ultima è definita nel codice solo tramite la descrizione dell’imprenditore come “colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi”. Dal concetto di azienda deriva la traduzione di “ramo d’azienda” (spesso oggetto di un business transfer agreement), inteso come articolazione autonoma di un’attività economica.
Mark our word, you might need it!