Attorney: un personaggio sui generis
Oggi siamo qui per sciogliere i dubbi riguardanti uno dei termini più ambigui della traduzione legale: attorney. Chi infatti, nel tradurre un contratto o un atto processuale, oppure un documento societario, non si è interrogato almeno una volta sul significato più appropriato da attribuirgli?
La prima figura che questo termine richiama alla mente in un documento proveniente dagli US è “avvocato”, peraltro reso frequentemente anche tramite l’uso del binomial attorney at law; allo stesso modo, in tale contesto, attorney può essere reso anche con “difensore” o “consulente legale“.
Allontanandoci dal contesto degli atti relativi al processo, attorney esprime la figura del “rappresentante“. Più nello specifico, in contesto societario il legale rappresentante della società è definito con maggiore esattezza “procuratore“, ovvero quel soggetto dotato del potere di compiere atti in nome e per conto della società, i cui effetti ricadono direttamente nella sfera giuridica di quest’ultima. Detto potere viene conferito tramite “procura“, o power of attorney (POA), negozio unilaterale stipulato tra un soggetto “rappresentato” o “mandante“ e il rispettivo “rappresentante” o “procuratore“. La procura può essere generale (general power of attorney), se conferita per l’esecuzione di una serie di attività non preventivamente identificate, o speciale (special power of attorney), per il compimento di azioni specifiche.
La procura non va confusa con il “mandato“, non solo perché quest’ultimo è un contratto, e dunque un negozio bilaterale atto a regolare i rapporti interni tra rappresentante e rappresentato, ma anche perché il mandato può essere stipulato anche senza prevedere l’attribuzione di alcun potere di rappresentanza.
Un esempio di procura è la “procura alle liti“, attorney-client representation agreement o retainer agreement (che costituisce anche il mandato), con la quale il cliente conferisce al proprio avvocato il potere di rappresentanza in giudizio, atto necessario affinché il difensore possa agire nell’interesse del proprio assistito.
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